mercoledì 12 marzo 2008

"Il coperchio del mare"


Oggi ho finito di leggere un libro che mi ha aiutata a riflettere su quella che è la condizione della nostra vita in relazione all'ambiente che ci circonda…

Non avevo mai fatto molta attenzione a quelle che sono le corrispondenze tra il mondo esterno, quello da cui molto spesso fuggiamo per paura del nuovo, del diverso, dello sconosciuto, e il nostro mondo intimo, personale, privato…non avevo mai riflettuto sul fatto che, in realtà, l’esterno non è altro che un riflesso delle nostre paure, delle nostre ansie, della nostra disperata ricerca di protezione…

Da sempre, l’uomo ha sentito il bisogno di avere un “guscio” proprio, dove rintanarsi nei momenti più tristi, dove riposarsi, dove conservare gli affetti più cari…scappiamo dall’esterno per rifugiarci negli interni, che sono quelli che ciascuno si è “costruito” da solo, e che quindi si sentono propri, inattaccabili…viviamo negli interni della nostra vita, escludendo il resto…

…cosa fanno gli uccellini a primavera? Costruiscono il loro nido, si ritagliano il loro spazio intimo, privato e personale, in modo da potere proteggere i loro piccoli, in modo da abituarli alla vita poco alla volta…c’è tanta differenza tra il nostro rifugiarci e il loro? C’è tanta differenza tra le nostre paure e le loro?…forse no…eppure non ci pensiamo…loro, che per noi fanno parte dell’esterno, costruiscono i loro interni per avere i loro spazi, i loro “nidi”…

Oltre a questo, molti altri argomenti sono affrontati, in modo semplice, lineare, quasi infantile, nel libro dell’autrice giapponese. Tra questi troviamo, ad esempio, il tema del degrado. Banana Yoshimoto ne parla così:

“…sono sicura che gli edifici durano nel tempo solo perché riescono ad assorbire le emozioni delle persone che li abitano, tristi o felici che siano. Quando cominciano a venire trascurati, invece, assumono subito un aspetto malinconico…”

…per saperne di più www.feltrinellieditore.it

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