mercoledì 23 aprile 2008

"I have a dream"...compito 8...

Rapporto studenti-insegnanti. Questione scottante. Da dove iniziare la mia riflessione? Semplice: dal titolo! “I have a dream”, diceva M. L. King riferendosi alla discriminazione razziale. “I have a dream”, il titolo del seminario. Nelle interpretazioni più pessimistiche, questo significa che professori e studenti appartengono a due mondi totalmente diversi, che non sono capaci né di accettarsi né di comprendersi. Penso, però, che il sogno nel cassetto del prof. De Bernard (che è poi quello di tutti noi studenti) sia quello di vedere una università che non si basa esclusivamente sulle lezioni, sullo studio e sugli esami, ma che si nutra di dialogo e che possa permettere agli studenti e ai docenti di creare insieme l’UNIVERSITA', intesa come SAPERE. Diceva già Quintiliano che il maestro deve essere non un semplice insegnante di una qualche materia, ma deve stimolare il ragazzo a pensare e a discutere, a dialogare, in modo da potere raggiungere insieme la soluzione migliore. Tutto questo non può esistere nella nostra facoltà. Siamo tanti, siamo troppi, e la lezione si deve ridurre, per questioni di praticità, al monologo, molto spesso anche poco eccitante, di un professore. Peccato. Perché stiamo studiando non solo per avere delle conoscenze, ma per applicarle.

Altra questione interessante è l’amore per la propria materia. Un ottimo insegnante non è colui che sa spiegare bene, ma colui che ti insegna a stupirti davanti alla materia. Ma anche questo è difficile in una facoltà come la nostra, perché non tutti abbiamo gli stessi ritmi, perché non tutti riusciamo a stupirci contemporaneamente. Per innamorarsi ci vuole tempo. Ma noi non lo abbiamo.

Ma il problema forse più grave è stato sottolineato da Matteo…come è possibile che noi studenti diffidiamo di noi stessi? Come è possibile che ci siano persone che, pur di prendere il voto più alto, ignorano le tue domande? Perché? Che senso ha parlare di integrazione tra docenti e discenti se non riusciamo neanche ad aiutarci e a collaborare tra noi? Ci siamo riempiti la bocca con i post sull'I care e non ci rendiamo conto che ci scrutiamo come se fossimo degli sfidanti, e non degli alleati. Facciamo addirittura a gara per prendere le firme!! Voglio l'I care!!
A tal proposito ringrazio Irene, Matteo P., Matteo V., Livia, Pierpaola, Maddalena, Giuseppe e Giulia…perché so che ci sono e ci saranno sempre…

2 commenti:

lily13 ha detto...

Jenny...di qualsiasi cosa tu abbia bisogno(anche solo un semplice sfogo!), sappi che io, con la mia biciclettina, trotterello tutte le mattine fino al cubo. E sappi che anche che, se non riesco o non so qualcosa, faccio tutti gli sforzi possibili per trovare una soluzione. Mi rendo disponibile, sperando sempre che qualcuno mi voglia rendere partecipe: questo tu lo stai facendo...

jenny ha detto...

livietta!! è proprio questo, secondo me, il primo passo per comprendere a pieno il significato di "I Care": avere la certezza di avere accanto sempre, in ogni occasione, persone che ti possano aiutare ad affrontare i momenti più difficili e, ovviamente, anche quelli più belli!! e se non si parte dal vivere l'amicizia come collaborazione e condivisione come possiamo, poi, vivere veramente il significato dell'I Care?!
grazie...di tutto!!