sabato 12 aprile 2008

"Lettera a una professoressa": oltre l' "I care".

Dopo il seminario “I care” ho pensato che forse sarebbe stato utile e produttivo leggere nuovamente “Lettera a una professoressa”. La prima volta che lessi questo scritto, quindi tre o quattro anni fa, rimasi profondamente colpita da quest’uomo…spinta anche dallo spirito rivoluzionario che caratterizza i quindici anni lo “classificai” come simbolo della lotta di classe. Ho pensato che sarebbe stato istruttivo rileggerlo ora, e confrontare le due mie interpretazioni.
Ma la frase che mi ha colpito, ora come tre o quattro anni fa, è sempre la stessa…

“…la scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde. Voi dite di avere bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri…” (da "Lettera a una professoressa")

Penso. Cosa è per me Don Milani, ora?
Non ho cambiato molto idea…per me è sempre l’uomo rivoluzionario che è stato capace di lottare contro la cosiddetta “gente perbene”, contro la gente ricca e benestante, in nome di valori quali la cultura universale e il rispetto. Come si può infatti pensare che la cultura sia una prerogativa delle persone che possono pagarla? Come si può pensare che l’istruzione sia un qualcosa che non riguardi i contadini, gli operai, le persone a basso reddito? Certo, uno dice, sono cose che accadevano tanti anni fa, ora non è più così, non c’è più questo tipo di razzismo. Non esiste più questo tipo di razzismo??!! Allora perché ci sono ragazzi che devono andare a lavorare invece di studiare perché non si possono permettere di pagare le tasse e i libri? È questa la grande rivoluzione culturale cui siamo giunti? Wow! Che modernità!

Per non parlare del liceo! Si parla di scuola dell’obbligo e si propongono gite da 400euro in su, precludendo la possibilità di arricchirsi culturalmente e umanamente a molti ragazzi. E la situazione non migliora se guardiamo a tale problema dal punto di vista degli studenti…
Non viene in gita=non ha soldi=è un poveraccio!! Questo è il pensiero che ci passa nella testa, anche solo per un momento…è da stupidi negarlo! Che modernità che trasmettiamo! Che valori! Complimenti alla nostra società!

“…ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è politica. Sortirne da solo è avarizia” (da "Lettera a una professoressa")

Non vantiamoci, ora. Siamo ancora avari. Non fuori, ma dentro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...don milani è un esempio per tutti noi ed è bello che i giovani portiamo avanti i suoi insegnamenti...sarebbe utile che li seguissero anche i politici...